Imperium by Christian Kracht

Imperium by Christian Kracht

autore:Christian Kracht [Kracht, Christian]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: General, Fiction
ISBN: 9783462041316
Google: k1yfMQEACAAJ
Amazon: 3462041312
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2012-02-01T23:00:00+00:00


8.

Engelhardt si allontanò dall'arcipelago di Bismarck soltanto una volta ancora, prima che la situazione andasse, per così dire, a rotoli. Era giunto alla conclusione di non voler più pagare i suoi debiti, perché prima o poi doveva pur cominciare a rifiutare la complessa e dannosa struttura del sistema capitalistico. Un amico di penna di Heidelberg, che conduceva la vita più che miserabile di libero docente in rovina presso la celebre università, lo informò che non troppo distante da Engelhardt viveva un giovane tedesco che si era prefisso di tradurre in realtà un analogo - o quanto meno spiritualmente affine - sistema concettuale. Costui, che risiedeva su un'isola del Pacifico, viveva la Anorexia mirabilis ispirandosi all'esempio di una certa Beata Colomba da Rieti e si cibava esclusivamente della luce dorata del sole. La persona in questione viveva alle isole Figi, ovvero a un tiro di sputo, e forse a Engelhardt avrebbe fatto piacere andarla a trovare.

Davvero molto interessante, pensò Engelhardt, posando da parte la lettera e aprendo un atlante geografico un po' antiquato ma ancora perfettamente utilizzabile. Dal protettorato le Figi si trovavano alla stessa distanza dell'Australia, ma non verso sud, bensì verso est, e si potevano sicuramente raggiungere passando per le Nuove Ebridi. Con il dito Engelhardt percorse la rotta attraverso la distesa colorata di azzurro dell'oceano Pacifico, mentre s'infilava il pollice destro in bocca e lo succhiava distrattamente. Questa mania gli era stata levata da bambino a suon di botte ed egli l'aveva riscoperta in seguito, herkos odonton, come efficace ausilio a una tecnica di meditazione nota a lui soltanto. Immergendosi in una cavità dell'io, la suzione del pollice gli permetteva di isolarsi completamente dal mondo circostante, ovvero di rifugiarsi a tal punto dentro se stesso che qualunque irritazione s'infrangesse sulle prode della sua consapevolezza veniva trattenuta come accadeva a una vorace tarma con una zanzariera dalle maglie particolarmente fitte.

Si vestì con un perizoma, riempì una sacca di noci di cocco, raggiunse Herbertshöhe e s'informò su quando sarebbe arrivato il postale francese per Port Vila, che casualmente, quasi il suo viaggio facesse davvero parte di un disegno cosmico, avrebbe raggiunto la Nuova Pomerania il giorno successivo (per la cronaca le Messageries Maritimes compivano quella rotta solo due volte l'anno). Si fece prestare i soldi per il biglietto più economico dal suo amico impiegato delle poste e il giorno successivo salì a bordo della Gérard de Nerval, scalzo, srotolando una stuoia di fibra di cocco sul cassero, proprio alla maniera degli indigeni quando dovevano intraprendere, timidi e quasi invisibili, un viaggio a bordo delle grandi navi dei bianchi. Aveva scartato velocemente l'idea d'imbarcarsi come clandestino per non doversi contaminare toccando denaro impuro.

I pochi francesi che non lo ignoravano completamente lo prendevano per uno di quei pittori maniaci del primitivismo, una versione tedesca del loro Gauguin, ovvero una figura del tutto risibile, che tuttavia - e qui il petit bourgeois gallico dimostrava una tolleranza ben maggiore del suo chiuso dirimpettaio teutonico sull'altra sponda del Reno - godeva del pieno diritto all'esistenza, non fosse altro che per giustificare quella del coriaceo borghese (ovvero lui stesso).



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